mercoledì 15 dicembre 2010

...povera ideologia...

Quando ero giovane ed un poco più ignorante mi insegnarono che l'ideologia era il sistema di pensiero delle classi dominanti. Così diceva Marx. Mica uno qualunque. Crescendo mi è capitato di fare lo storico. Ed ho letto altre cose oltre al buon Marx. Mi sono appassionato ad un certo punto della mia vita, al pensiero di Gramsci ed ho tentato di comprenderne alcune piccole sfumature tra cui il legame tra ideologia e cultura popolare.
Inoltrandomi un poco nei meandri dello splendido mestiere che in qualche modo pratico mi sono poi soffermato a pensare che le categorie del pensiero sono storiche e quindi anche quello di ideologia...insomma Marx critica l'ideologia perché si sta scagliando contro l'idealismo tedesco...non poco. Gramsci la rivaluta perché cerca un legame nazionale..una via d'uscita dallo schematismo leninista...ancora non poco.
Oggi al governo del mio paese è stato riconfermato un uomo che i giornali definiscono in modo sempre e comunque apocalittico e messianico...santo salvatore...demone e incarnazione del male...
Entrambe queste affermazioni sono ideologiche. Ed entrambe ricordano la lotta di Marx contro il pensiero totalizzante ed un poco messianico dell'idealismo tedesco. Per carità nessuno immagini neppure lontanamente di paragonare Cicchitto a Hegel o Bersani a Marx...Temo che nessuno dei suddetti viventi abbia letto, o compreso nemmeno in parte, alcuno dei suddetti morti...altrimenti vivremo tempi meno bui...Ma la furia con la quale si scagliano l'uno contro l'altro ricorda un poco terribili tenzoni dottrinarie e dogmatiche. La cosa divertente dei dogmi e che spesso le lotte più feroci avvengono non tanto tra dogmatismi differenti, come in questo caso potrebbe apparire, ma per la conquista al legittimo utilizzo dello stesso dogma. Non scazzerete mai con nessun altro al mondo con la stessa cattiveria come contro la vostra ex-moglie!
Ed ecco apparire l'ideologia. Quella hegeliana...quella che lotta ferocemente per accaparrarsi la paternità dell'ultimo brandello di pensiero dominante. Come in tutte le migliori coppie quando si dividono...non ti è mai piaciuta la teiera finta cinese ma lotteresti alla morte per toglierla all'altro! Se poi la teiera finto cinese è l'unica cosa che è rimasta lo scontro è mortale...ed in un mondo travolto dal pensiero debole...quello del post in cui siamo tutti oltre da non ricordarci più da dove veniamo e dove eravamo diretti, semplicemente proiettati in un presente costante..la teiera finto cinese diviene l'unico totem al quale votare tutti i n ostri desideri. Eccolo lì il totem...il pensiero liberale...un'ennesima ideologia.
Io sono più liberale di te. Non è vero la divisione dei poteri io la rispetto e tu no! Ma io sono mosso dall'amor di patria che ha animato il risorgimento! Il risorgimento tu nemmeno sai cos'è l'idea di Nazione tu che sei alleato con i secessionisti! Fantastici. Si sbranano alla difesa di una cultura, quella liberale, che teoricamente, non appartiene a nessuno dei due schieramenti. Ma la teoria è idealismo. Qui siamo piombati nel post-ideologico. Tutto fa brodo. In nome del senso dell'assoluto e dell'apocalittico tutto è giustificabile. Anche la lotta per la teiera finto cinese. Sarà una schifezza ma è l'ultimo brandello di sistema di pensiero. Cristo è morto. Il comunismo ha fallito. Siamo tutti liberali! L'aspetto tragico di tutta la faccenda non è tanto l'affannarsi di entrambe queste accozzaglie di patetici imbecilli per conquistare la bandierina del perfetto liberale quanto il fatto che mentre lottano per un'ideologia si scagliano contro un piccolo movimento di disperazione sociale ed economica accusandolo di essere ideologico! Ma quale ideologia?
Ideologia vuole dire sistema di pensiero. Oggi non ne abbiamo alcuno per questo lottiamo alla morte per i brandelli di quello rimasto. Il presidente del consiglio è un santo? Non scherziamo. É un mostro divoratore di bambini? Per carità. È molto più semplicemente un uomo ultra-ideologico. Nel senso che osserva divertito la lotta da un punto di vista che è oltre l'ideologia senza abbandonarne mai la retorica. Lui è un ideologo pragmatico della gestione del surreale. Incarna alla perfezione non tanto il superamento delle ideologia quanto il suo processo di spettacolarizzazione...E ne trae profitto. Ma non profitto personale. O almeno non solo. Ne trae un profitto ideologico. Crea intorno a sé un dibattito infinito quasi fosse quello sulla duplice natura del Cristo. Non è solo una questione di ego smisurato. Si tratta di cultura di sistema di pensiero. E non di un pensiero debole ma fortissimo. Ha sostituito alle raffinatezze del dibattito teorico un semi attualismo televisivo. Nutre di potenze smisurate i propri adepti e condanna a disfatte eterne i suoi avversari. Ammansisce e punisce eternamente. Nell'atto infinito che la sua mediatica onnipresenza gli permette si prende cura del suo gregge. In questo è divino. Vi è poi l'aspetto terreno. Ed anche in quello la sua potenza in atto perpetuo si manifesta in appetiti irrefrenabili. Il materialismo non lo spaventa perché lo ha sussunto in un edonismo sfrenato che fa il paio con la sua divinità. Come può l'ultra-ideologo pragmatico frenarsi? La sua stessa natura lo rende impensabile. Ed allora osserva, deus ex-machina di un Universo senza ideologia, il trionfo della propria. E questo trionfo necessita come ogni religione che si rispetti di tributi materiali e simbolici. Quelli simbolici sono fatti di sberleffo continuo alla sacralità del prima. Costituzione, diritti, regole basilari del viverre civile mal si sposano al suo moto perpetuo di atto puro. Ed ecco perché il richiamo continuo alle regole dell'ideologia liberale non solo sono inutili ma in fondo non fanno altro che annoiarlo. Le regole discendono dalla capacità di incarnarne la legittimità. É intrinseco alla regola. E scavalcarle, ignorarle mutarle fa parte di quel potere legittimo che non può essere scalzato dalla regola stessa. Lo diceva un grande teorico del diritto: l'unica legittimità vera la esercita chi può sospendere la legittimità perché la incarna: Carl Schmitt. Il fatto che questo principio sia servito per giustificare l'esercizio del potere da parte del nazismo mi sembra, a questo punto, tragicamente superfluo...
Dunque trovo bizzarro vedere esponenti della sinistra storica di questo paese arrampicarsi sulle scivolose chine di un'ideologia che non gli appartiene per contrastare una ultra-ideologia. Poveri. Non ce la faranno mai. Non solo perché non gli appartiene. No oramai gli appartiene. Ma perché stanno contrapponendo un brandello di liberalismo formale dietro cui si cela solo il pensiero debole...debolissimo. Se sei debolissimo di solito perdi...se poi l'avversario è molto forte la sconfitta non è solo certa ma si rivela, come abbiamo visto, molto dolorosa.
Insomma l'ideologia è morta...proprio adesso che ce ne sarebbe così tanto bisogno....