Qualche giorno fa, ma io
l'ho scoperto solo stanotte hanno nuovamente minacciato un vecchio
amico e compagno, Saverio. Dio solo sa quante volte abbiamo litigato
quando militavamo nello stesso partito.
Ha una storia cristallina
il mio amico, ha fatto il militante politico per tutta una vita,
sempre a sinistra. A Milano dai primi anni '70 ad oggi. Una città
dura, una città segnata in profondità dalla violenza squadrista e
da quella di Stato. Non nego che ci sia stata una violenza anche a
sinistra. Io non sono un non violento. Non potrei, la mia storia
personale e politica è tutta là a dimostrarlo. Non mi piace la
violenza sia chiaro ma, forse, ancor di più mi infastidisce questo
insopportabile marasma indefinito nel quale tutti sono amici od al
massimo avversari da rispettare. Faccio lo storico, la violenza è la
levatrice della storia non c'è nulla da fare. Attenzione non sto
dicendo che amo fare violenza su un altro essere umano ma non posso
negare che le grandi trasformazioni sociali e politiche siano avvenute
sempre in modo violento. Negare, quindi, che esistano delle
circostanze storiche nelle quali l'uso della violenza sia
percorribile vuol dire essere semplicemente degli idealisti. Ed io
sono un materialista. Faccio i conti con quello che c'è non con ciò
vorrei esistesse. Mi piacerebbe tanto credere in domine iddio ma
questo non lo rende reale.
Negare, dunque, in toto
la violenza e tentare di espungerla dalla politica è assurdo e
infantile. Anzi distrugge la politica perché cancella il nemico. Il
nemico è la quintessenza della politica. Ci sono i nemici esistono
donne e uomini che mi sono intimamente e mortalmente nemici. Hanno
un'idea che non è differente dalla mia ne è l'antitesi. Non c'è
accordo possibile. E per fortuna. Non voglio andare d'accordo con
tutti. Mi spaventa l'unanimità. Di solito fa rima con dittatura. Il
resto è una questione di rapporti di forza, quelli sì tutti
politici. Ma il nemico esiste eccome. Chi, come i fascisti esercita
un'ideologia che esalta la violenza tout court in nome di un'ordine
gerarchico, che questi imbecilli vogliono come naturale, è un mio
nemico. Nient'altro. Chi fa apologia del fascismo con una svastica,
con un braccio teso, appoggiando e propagandando versioni distorte
della storia (le foibe,,,dio il prossimo che mi cita le foibe lo
porto a fare una gita carsica, lo giuro) è un mio nemico. Con lui
non c'è accordo. Con lui io per primo cerco lo scontro. Dialettico
se posso, fisico se devo. Spesso essendo i fascisti portatori di una
cultura politica che esalta la violenza e la sopraffazione in nome di
una superiore visione della vita e della morte, lo scontro fisico
diviene inevitabile. Ecco almeno dovrebbe essere così. Ma non lo è.
I nostri spavaldi eroi scrivono, minacciano, attaccano solo se 5
contro uno. Altrimenti..scappano. Attenzione non c'è nulla di male
nello scappare. Solo gli sciocchi non fuggono mai. Devono essere
tremendamente intelligenti i nostri eroici fascisti... Non so chi ha
minacciato il mio amico Saverio questa volta. Ma so perché l'ha
fatto. Dopo anni di militanza attiva oggi Saverio fa lo storico ed ha
aperto un osservatorio sul fenomeno fascista. Ha scritto libri, tiene
un blog, fa ricerca e scrive. Fa, insomma la stessa cosa che faccio
io. Io più codardamente di lui scrivo di anni '60 e '70. Ecco a me
l'idea che qualcuno possa perseguitarti per quello che scrivi o per
il tuo passato mi fa incazzare. Lo trovo vigliacco. E al
vigliaccheria perpetrata da supposti eroi mi fa incazzare ancora di
più. Il fascismo in fondo è questo. È sempre stato questo,
sopraffazione e vigliaccheria. Un sistema di dominio politico sì ma
prima di tutto umano e sociale. Il più forte contro il più debole.
Chiunque fosse debole, economicamente, socialmente, personalmente era
un bersaglio. Il debole in generale, per ragioni diverse fosse esso
un ragazzo troppo gracile o un contadino povero andava schiacciato o
peggio eliminato. Inutili, dannosi alla razza così chiamavano gli
handicappati. Stupravano le donne sospettate di omosessualità e
ammazzavano di botte gli uomini. Torturavano i dissidenti, a Milano
gli italiani delle brigate nere strappavano i denti ai partigiani con
le pinze...anche dopo che questi avevano confessato. Lo facevano per
divertimento. Negli anni '70 poi tramavano e mettevano le bombe,
nelle piazze sopra i treni. Io ero piccolo nel 1980. Il 2 agosto del
1980 ero un bambino e con la famiglia dovevamo andare in vacanza.
Emigrati pugliesi che tornavano a casa. Quell'anno, non ricordo per
quale motivo, avevamo aspettato che mio padre finisse di lavorare per
partire tutti insieme. Di solito io e mamma partivamo prima e papà
ci raggiungeva quando poteva.
La ricordo ancora mia
madre che piange davanti alla piccola televisione in bianco e nero della cucina
perché a Bologna era esplosa una bomba. Alla stazione. Messa in una
sala d'attesa in mezzo alle persone che andavano in vacanza dopo un
anno di lavoro. Me la ricordo la mia mamma che non voleva prendere il
treno il giorno dopo. Mi ricordo mio padre che tentava di
rassicurarla dicendo che a noi non sarebbe successo nulla che non
sarebbero mai scoppiate due bombe una di fila all'altra. Non ci fu
modo di calmare mia madre. Partimmo in macchina. Papà caricò
all'impossibile la escort blu e partimmo. Mentre guidava, papà
ascoltava la radio. La bomba l'avevano messa i fascisti dicevano alla
radio. Io chiesi a mio padre chi fossero i fascisti...lui mi disse
che era un discorso lungo e che me lo avrebbe spiegato quando saremmo
arrivati. Poi aggiunse, chiunque fa il prepotente è un fascista. Un
fascista è uno cattivo-chiesi io- e lui mi disse no....è uno
stronzo! Ora, forse, l'analisi di mio papà quella notte del 3 agosto
1980 non fu molto articolata ma ancora oggi mi sembra appropriata.
Ecco ancora oggi quando questi mi si paventano davanti in forme
svariate cercando, magari, di darsi un tono da democratici a me torna
in mente cos'è il fascismo. Mi torna in mente che quell'idea è
semplicemente idea di sopraffazione e di violenza. A quest'idea ed a
queste pratiche non si da spazio. Non ci si dialoga. Non importa in
quale forma si presenti. Può essere un imbecille armato di
bomboletta che traccia una svastica o un apostata della patria che
sbandiera idiozie sulle foibe..non importa. Davvero non importa. Non
c'è gradualità nell'essere fascisti. Un po' come essere degli
stronzi insomma...