giovedì 19 febbraio 2015

Serie A

Partiamo da un assunto semplice: il populismo, solitamente, sfoga la propria rabbia contro i soggetti più deboli. Per molti motivi ma soprattutto perché è semplice: chi è più debole ha meno possibilità di difendersi. Mediamente il populismo si schiera con i forti e tende a dividere i deboli ed a scagliarli uno contro l'altro alimentando vere e proprie guerre tra poveri. In questo il messaggio politico di Renzi è pienamente populista.
Oggi il Presidente del consiglio si è scagliato, tra le tante cose, contro l'università. Ha detto che ci sono università di serie A e di serie B. Vi è in questo assurdo messaggio una parte di verità; del resto nessun messaggio politico può essere completamente falso; le semplificazioni e le bugie vanno sapientemente mescolate ad alcuni dati di realtà altrimenti davvero nessuno ci crederebbe.
Il sistema formativo di questo paese è stato distrutto da almeno 3 diversi fattori. Per riassumere in breve si sono drasticamente tagliati i fondi e questo taglio ha infierito su di un organismo già agonizzante. L'Italia è il paese che spende meno in educazione da molti anni; si è introdotta una falsa riforma che ha innalzato il numero dei laureati a scapito della loro formazione ed in ultimo, ed è questo un dato drammatico, si è cominciata una vera e propria guerra contro tutto ciò che è pubblico dipingendolo come una zavorra inutile, un peso, un paradiso dove sordidi figuri rubano lauti stipendi a scapito degli onesti.
Questo ha fatto sì che gli insegnanti cominciassero a venire percepiti come degli usurpatori, come degli approfittatori. Non parliamo nemmeno della figura oscura del ricercatore il quale svolge spesso un lavoro oscuro ai più. Questa battaglia ha avuto successo ed oggi gli insegnanti, i ricercatori ed in generale tutti coloro i quali lavorano per il settore pubblico sono quotidianamente additati come un problema e non come una risorsa.
Perché? Per almeno due ordini di motivi, uno tattico ed uno strategico. Quello tattico tocca il cuore del populismo. Per creare un nemico, un bersaglio facilmente riconoscibile a cui addossare le colpe della mancanza di programma politico; i gufi, gli usurpatori, quelli che sono contro il cambiamento. Categorie. Non vi è una realtà. Si crea un capro espiatorio contro cui scagliare gli strali del caso.
Vi è, però, anche un piano strategico. Il settore pubblico rimane l'ultima frontiera conquistabile da parte delle borghesie nostrane e non. Privatizzare il settore pubblico dopo che i diritti dei lavoratori privati sono stati rasi al suolo dalle nuove leggi sul lavoro.
Non sarà necessario vendere le università; non direttamente. Si smembreranno le facoltà ed i dipartimenti che hanno un valore aggiunto e si privatizzeranno quelli: eccovi le vostre università di serie A. I rami secchi non saranno tagliati, non immediatamente ma vedranno i loro fondi tendere allo zero: eccovi le vostre università di serie B.
Quest'operazione, iniziata da anni, verrà probabilmente portata a termine a breve sulla base di una grande fandonia: la meritocrazia. Le università meritevoli accederanno ai fondi, vedranno il massiccio ingresso dei privati nei consigli d'amministrazione e attireranno ottimi professori che saranno ben pagati. Splendido. Il solo problema è che questi lauti stipendi, i laboratori di ricerca, gli assegni i corsi in inglese i campus saranno pagati dalle rette. Ecco il piccolo arcano. Le rette universitarie saliranno a dismisura. Il privato vuole sedere nei consigli d'amministrazione per sfruttare gli eventuali brevetti non vuole mica investire in ricerca. I costi della serie A li pagheranno le famiglie degli studenti. In fondo quale genitore non farebbe qualche sacrificio per assicurare al pargolo un'educazione di prima scelta? Non ce la si fa? Prestito d'onore. Indebitati a vent'anni per altri venti per ripagare la retta. Due piccoli incisi: la tua famiglia non può garantire il tuo prestito? Non hai proprietà da ipotecare? Niente. Hai avuto il prestito, stai lavorando da dieci anni ed un quinto del tuo stipendio ti viene prelevato per ripagare la tua università di serie A, che succede se rimani senza lavoro. Houston abbiamo un problema.
Insomma se sei povero non lagnarti e vattene in una università di serie B. Non serve a nulla? Certo che no. Ma insomma questa smania della laurea e dell'istruzione deve un po' passarvi. In ottica di una competitività da giocarsi tutta sui bassi salari mica ci servono persone istruite. Zoticoni ignoranti che sputtanano il magro stipendio in pay TV e mignotte van benissimo.
Del resto la riforma che ha introdotto il 3 più 2 andava in quella direzione. Avevamo pochi laureati. Che si fa? Dimezziamo il peso degli esami. In qualche modo ce la faremo. Abbiamo più laureati, oggi. Meno preparati.
Ripeto quest'operazione che è di fatto una doppia azione del populismo nell'immediato e dello smantellamento dei diritti e del settore pubblico a favore dei privati la faranno passare come meritocrazia. Una delle vuote categorie tanto amate da Renzi. Il merito in università.
Per inciso io faccio il ricercatore me ne sono andato da questo paese e credo che l'università vada profondamente riformata. Il problema è che Renzi ci deve dire come. Insomma è lui che vuol fare il Presidente del consiglio. Spieghi, indichi della strade. No, nulla. Meritocrazia si limita ad urlare.
Cos'è? Come si valuta? Chi la valuta la produttività di una facoltà?
È una lunga sequela di domande difficili che chi vuole fare politica ha il dovere di farsi ed ha soprattutto l'obbligo di trovare una risposta. Se no dire meritocrazia non vuol dire nulla, anzi maschera le profonde ragioni di classe che guidano le scelte dell'attuale governo.
Facciamo un esempio: abbiamo due laboratori che si occupano di ricerca medica, uno ogni anno produce il vaccino contro l'influenza, il secondo non produce nulla, ma dico niente, per 15 anni e poi scopre la cura contro una grave malattia. Qual è il più meritocratico? Come si fa? Non è pensabile. I criteri che vorrebbero spacciare per scientifici sono quanto di più lontano ci sia dalla scienza. In realtà entrambi i laboratori hanno fatto un ottimo lavoro. Nessuno dei due è venuto meno ai principi della ricerca. In questo momento potrebbero chiudere il secondo. Se poi pensiamo a chi studia l'astrofisica, la storia o discipline che producono conoscenza non immediatamente spendibile il disastro è annunciato. Sapete che? Oggi un estremista religioso ha detto che la terra non gira intorno a se stessa. Drammaticamente alcune persone gli crederanno. Del resto nei civili US alcuni genitori rifiutano di mandare a scuola i figli perché insegnano Darwin, l'evoluzione e non il creazionismo e la bibbia.

Se non avessimo avuto la scienza, se coraggiosissimi uomini non avessero pagato con la vita l'isterismo religioso staremmo ancora a tirarci le pietre da dentro una caverna.