Partiamo da un assunto semplice: il
populismo, solitamente, sfoga la propria rabbia contro i soggetti più
deboli. Per molti motivi ma soprattutto perché è semplice: chi è
più debole ha meno possibilità di difendersi. Mediamente il
populismo si schiera con i forti e tende a dividere i deboli ed a
scagliarli uno contro l'altro alimentando vere e proprie guerre tra
poveri. In questo il messaggio politico di Renzi è pienamente
populista.
Oggi il Presidente del consiglio si è
scagliato, tra le tante cose, contro l'università. Ha detto che ci
sono università di serie A e di serie B. Vi è in questo assurdo
messaggio una parte di verità; del resto nessun messaggio politico
può essere completamente falso; le semplificazioni e le bugie vanno
sapientemente mescolate ad alcuni dati di realtà altrimenti davvero
nessuno ci crederebbe.
Il sistema formativo di questo paese è
stato distrutto da almeno 3 diversi fattori. Per riassumere in breve
si sono drasticamente tagliati i fondi e questo taglio ha infierito
su di un organismo già agonizzante. L'Italia è il paese che spende
meno in educazione da molti anni; si è introdotta una falsa riforma
che ha innalzato il numero dei laureati a scapito della loro
formazione ed in ultimo, ed è questo un dato drammatico, si è
cominciata una vera e propria guerra contro tutto ciò che è
pubblico dipingendolo come una zavorra inutile, un peso, un paradiso
dove sordidi figuri rubano lauti stipendi a scapito degli onesti.
Questo ha fatto sì che gli insegnanti
cominciassero a venire percepiti come degli usurpatori, come degli
approfittatori. Non parliamo nemmeno della figura oscura del
ricercatore il quale svolge spesso un lavoro oscuro ai più. Questa
battaglia ha avuto successo ed oggi gli insegnanti, i ricercatori ed
in generale tutti coloro i quali lavorano per il settore pubblico
sono quotidianamente additati come un problema e non come una
risorsa.
Perché? Per almeno due ordini di
motivi, uno tattico ed uno strategico. Quello tattico tocca il cuore
del populismo. Per creare un nemico, un bersaglio facilmente
riconoscibile a cui addossare le colpe della mancanza di programma
politico; i gufi, gli usurpatori, quelli che sono contro il
cambiamento. Categorie. Non vi è una realtà. Si crea un capro
espiatorio contro cui scagliare gli strali del caso.
Vi è, però, anche un piano
strategico. Il settore pubblico rimane l'ultima frontiera
conquistabile da parte delle borghesie nostrane e non. Privatizzare
il settore pubblico dopo che i diritti dei lavoratori privati sono
stati rasi al suolo dalle nuove leggi sul lavoro.
Non sarà necessario vendere le
università; non direttamente. Si smembreranno le facoltà ed i
dipartimenti che hanno un valore aggiunto e si privatizzeranno
quelli: eccovi le vostre università di serie A. I rami secchi non
saranno tagliati, non immediatamente ma vedranno i loro fondi tendere
allo zero: eccovi le vostre università di serie B.
Quest'operazione, iniziata da anni,
verrà probabilmente portata a termine a breve sulla base di una
grande fandonia: la meritocrazia. Le università meritevoli
accederanno ai fondi, vedranno il massiccio ingresso dei privati nei
consigli d'amministrazione e attireranno ottimi professori che
saranno ben pagati. Splendido. Il solo problema è che questi lauti
stipendi, i laboratori di ricerca, gli assegni i corsi in inglese i
campus saranno pagati dalle rette. Ecco il piccolo arcano. Le rette
universitarie saliranno a dismisura. Il privato vuole sedere nei
consigli d'amministrazione per sfruttare gli eventuali brevetti non
vuole mica investire in ricerca. I costi della serie A li pagheranno
le famiglie degli studenti. In fondo quale genitore non farebbe
qualche sacrificio per assicurare al pargolo un'educazione di prima
scelta? Non ce la si fa? Prestito d'onore. Indebitati a vent'anni per
altri venti per ripagare la retta. Due piccoli incisi: la tua
famiglia non può garantire il tuo prestito? Non hai proprietà da
ipotecare? Niente. Hai avuto il prestito, stai lavorando da dieci
anni ed un quinto del tuo stipendio ti viene prelevato per ripagare
la tua università di serie A, che succede se rimani senza lavoro.
Houston abbiamo un problema.
Insomma se sei povero non lagnarti e
vattene in una università di serie B. Non serve a nulla? Certo che
no. Ma insomma questa smania della laurea e dell'istruzione deve un
po' passarvi. In ottica di una competitività da giocarsi tutta sui
bassi salari mica ci servono persone istruite. Zoticoni ignoranti che
sputtanano il magro stipendio in pay TV e mignotte van benissimo.
Del resto la riforma che ha introdotto
il 3 più 2 andava in quella direzione. Avevamo pochi laureati. Che
si fa? Dimezziamo il peso degli esami. In qualche modo ce la faremo.
Abbiamo più laureati, oggi. Meno preparati.
Ripeto quest'operazione che è di fatto
una doppia azione del populismo nell'immediato e dello smantellamento
dei diritti e del settore pubblico a favore dei privati la faranno
passare come meritocrazia. Una delle vuote categorie tanto amate da
Renzi. Il merito in università.
Per inciso io faccio il ricercatore me
ne sono andato da questo paese e credo che l'università vada
profondamente riformata. Il problema è che Renzi ci deve dire come.
Insomma è lui che vuol fare il Presidente del consiglio. Spieghi,
indichi della strade. No, nulla. Meritocrazia si limita ad urlare.
Cos'è? Come si valuta? Chi la valuta
la produttività di una facoltà?
È una lunga sequela di domande
difficili che chi vuole fare politica ha il dovere di farsi ed ha
soprattutto l'obbligo di trovare una risposta. Se no dire
meritocrazia non vuol dire nulla, anzi maschera le profonde ragioni
di classe che guidano le scelte dell'attuale governo.
Facciamo un esempio: abbiamo due
laboratori che si occupano di ricerca medica, uno ogni anno produce
il vaccino contro l'influenza, il secondo non produce nulla, ma dico
niente, per 15 anni e poi scopre la cura contro una grave malattia.
Qual è il più meritocratico? Come si fa? Non è pensabile. I
criteri che vorrebbero spacciare per scientifici sono quanto di più
lontano ci sia dalla scienza. In realtà entrambi i laboratori hanno
fatto un ottimo lavoro. Nessuno dei due è venuto meno ai principi
della ricerca. In questo momento potrebbero chiudere il secondo. Se
poi pensiamo a chi studia l'astrofisica, la storia o discipline che
producono conoscenza non immediatamente spendibile il disastro è
annunciato. Sapete che? Oggi un estremista religioso ha detto che la
terra non gira intorno a se stessa. Drammaticamente alcune persone
gli crederanno. Del resto nei civili US alcuni genitori rifiutano di
mandare a scuola i figli perché insegnano Darwin, l'evoluzione e non
il creazionismo e la bibbia.
Se non avessimo avuto la scienza, se
coraggiosissimi uomini non avessero pagato con la vita l'isterismo
religioso staremmo ancora a tirarci le pietre da dentro una caverna.