lunedì 10 dicembre 2012

Social-tecnocrazia


Ecco, si ricandida Berlusconi. Bah, in fondo era prevedibile. Assuefazione al potere, nessuna voglia di finire in galera (come biasimarlo...), volontà di stiracchiare ancora un po' i tessuti del tempo. Non si arrende. Non può arrendersi. Lui, il creatore di un presente infinito di un giovanilismo assunto a sistema, non può arrendersi. Vi sono, credo, dietro questa scelta questioni personali e politiche.
I mercati crollano, l'Europa trema, eppure io non riesco ad essere preoccupato più di tanto. E questo mi preoccupa. Molti amici e colleghi sbraitano intorno a me e forse hanno ragione loro. Ma io non riesco a sentirmi preoccupato. Non solo perché non credo che vincerà mai. In realtà sono preoccupato d'altro. Non penso, infatti, che la democrazia rappresentativa, alla quale non sono affatto affezionato, sia in pericolo a causa della candidatura disperata di un povero vecchio che cerca tragicamente di evitare la galera. Il problema semmai è il berlusconismo. Un'idea fortissima nella sua debolezza. Un'idea di irrisione delle regole quali esse siano che si è insinuata profondamente sotto la pelle del corpo elettorale. Il liberismo, in fondo, portato alle sue conseguenze più estreme altro non è che la formalizzazione debole di una sola regola: quella del più forte. In questo Berlusconi è stato un maestro. Ha stravolto ogni visione temperata del liberalismo ed ha imposto una vulgata estremista del liberalismo. Lui era al di sopra delle regole perché era più forte. Un estremismo liberista, dunque? Nemmeno da lontano. In quanto più forte le regole le poteva piegare ad i suoi desideri in nome della libertà. Libertà da, attenzione...non di. Ma davvero il berlusconismo è stato un potere senza limiti? No, non lo è stato. Nemmeno il nazismo lo fu. Figuriamoci il berlusconismo. Vi è sempre stato un limite ben preciso al potere di quest'uomo: il consenso. Per questo parliamo di berlusconismo. La capacità straordinaria di creare intorno alla regola del più forte ed al disprezzo per tutte le altre leggi, un doppio consenso, uno popolare ampio ed uno di classe. Oggi entrambi queste forme di consenso, vacillano. Vacilla quello popolare che ha sofferto mortalmente la mancanza fisica del capo. La strategia era chiara: lasciare momentaneamente il potere al governo dei tecnocrati per poi giocare una campagna elettorale all'assalto delle manovre di austerità fatte da Monti. Quello che Berlusconi non aveva preso in considerazione è stata l'importanza della presenza fisica, quasi taumaturgica, del corpo del leader. Le masse assuefatte alla politica spettacolo, da lui stesso creata, si sono invaghiti in fretta di un nuovo guru mediatico e spettacolare: Beppe Grillo. Non credo sia un caso se il personaggio politico più in auge del momento sia un prodotto dell'industria dell'intrattenimento, anzi credo sia il normale coronamento a venti anni di berlusconismo. Grillo attacca il vecchio leader lo colpisce duramente con le sue stesse armi. Lo ridicolizza lo sbeffeggia, Berlusconi appare, di fronte al comico, un pugile suonato incapace di comprendere. Proprio lui che per anni aveva fondato sulla derisione dell'avversario (povera Rosy Bindi....) perde il confronto sul suo terreno; tempo della battuta e populismo boccaccesco. L'assenza del corpo spettacolarizzato/mitico/fisico del leader ha lasciato aperta una voragine mediatica nella quale Grillo si è infilato a dovere strappando a Berlusconi il monopolio della politica spettacolo. Vi è poi un altro terreno sul quale Berlusconi perderà le elezioni ed è quello della costruzione di un consenso di classe. Ce lo siamo detti tante volte, non è mai stato amato dalle grandi famiglie del capitalismo (straccione come le sue famiglie) italiano. Lo vedevano come un arricchito, l'ultimo arrivato, il borghese senza quarti di nobiltà che prova a comprarsi un titolo di nobiltà minore. Ed , infatti, non gli hanno mai concesso molto credito, neppure all'inizio fino a giungere ad un'aperta ostilità che dura oramai da parecchi anni. Ma il capitalismo italiano, si sa, non ha mai vissuto di grandi industrie e di dinastie secolari; anzi senza l'apporto statale le poche che abbiamo avuto la sfortuna di avere non sarebbero sopravvissute ai loro fondatori...il capitalismo italiano, così come la sua società è fatto di particolarismi. Piccole e medie imprese in grado di competere sui mercati grazie a due fasi ben distinte della nostra storia repubblicana: la via italiana ai bassi salari prima e la svalutazione della lira poi. Ecco è stato in quel sottobosco di imprenditori alla amatriciana che per anni hanno accumulato ricchezze sottratte ai lavoratori ed al fisco, che si annidava lo zoccolo duro del leghismo e del berlusconismo. Incantati dalla promessa di una minore (addirittura nulla nei sogni più sfrenati dei dentisti di Padova...) fiscalità si sono inebriati per anni delle promesse di leader improbabili, di acque del Po, di canottiere e bandane, di musicanti falliti e di puttane, di ostentazione di una volgarità che era anche la loro; fatta di eternit e schiave del sesso da caricare sul macchinone intestato alla ditta. Ecco nutriti dalla televisione si sono abbeverati a questa fonte per anni. Poi, anche loro, sono stati colpiti inesorabilmente dalla fine di questo sogno di immortalità del proprio fallo, fisico ed economico. Non c'è pastiglia blu che regga. Il capitalismo italiano è un malato terminale e non c'è promessa di baccanale che tenga. La mancanza di lungimiranza l'incapacità di una classe politica ed industriale che per decenni ha sperperato guadagni ingiusti (vi è una certa ironia nel fatto che siano stati sperperati dei guadagni ingiusti, a mio parere), un livello di corruzione e di familismo tribale inaudito e che è cresciuto nel corso degli anni del berlusconismo, hanno intaccato in profondità il tessuto civile del paese, come un cancro. Ma soprattutto la cura da cavallo iniziata dai tecnici ha avuto su questi poveri disgraziati l'effetto di un caffè con il sale dopo una sbronza. Non hanno ancora vomitato, e Dio solo sa cosa potrà accadere quando lo faranno, ma di sicuro in questo momento anche solo l'idea di bere ancora gli da la nausea.
Non so cosa succederà nel prossimo futuro, ma una cosa mi sembra piuttosto probabile: Berlusconi non vincerà le lezioni. Allora perché l'isteria dei mercati e dei governi di mezza Europa di fronte a questo annuncio? Insomma se queste cose le so io vi assicuro che le sanno anche i governi stranieri; quindi perché? Non ho una risposta ma credo di poter immaginare uno scenario nel quale saranno ancora i governi tecnici a privarci della restante democrazia rappresentativa erodendo i diritti sociali. Questo è più o meno quello che è accaduto fino ad oggi e non mi sembra che siano intervenute novità strutturali che possano dire che il quadro è cambiato. Negli anni'20 e '30 la Terza internazionale coniò il termine di social-fascismo. L'alleanza della sinistra moderata con i regimi borghesi. Si accorsero, forse tardi (ma è facile scriverlo oggi) che per sconfiggere il fascismo ci sarebbe stato bisogno dell'aiuto anche delle forze moderate. Forze moderate e in parte anche pezzi di classi popolari che divennero anti-fasciste solo sotto le bombe alleate e dopo anni di guerra disastrosa.
Anche oggi le forze moderate si schierano apertamente con le borghesie finanziarie di cui Monti è espressione diretta. Potremo chiamarla social-tecnocrazia. Non leggo il futuro, faccio lo storico e per quanto mi ostini a pensare che la storia sia la disciplina del futuribile, non leggo il futuro. Una cosa è certa, se il blocco storico formato dalle classi povere che stanno votando e voteranno i partiti della sinistra moderata, sarà in grado di dare una forma al conato che prima o poi erutterà dalla piccola borghesia in via di impoverimento, Berlusconi sarà stato l'ultimo dei nostri problemi...Giolitti docet...

giovedì 8 novembre 2012

Determinismi lusitani



Eccomi, finalmente a Lisboa. Sul divano di casa di amici. Loro non ci sono ed io condivido questa grande casa con il coinquilino spagnolo...un simpaticissimo modernista che cerco di salvare da una svolta vegetariana. Ce la faccio. Cucino la zuppa di polipo e lui..mangia. Ok non è ancora la salsiccia di sangue che io adoro ed alla cui vista lui rabbrividisce ma ho tempo... Ho vinto un contratto qui e quindi questa città che amo diverrà una specie di seconda casa. Non ho una prima casa, quindi, crearmene una seconda, che in quanto tale è ancora meno stabile della inesistente prima, mi pareva una soluzione eccellente. Ma dicevamo il contratto. Domani vado a firmare. Ho vinto la mia guerra personale contro la burocrazia. Ho tutti i documenti. Da gennaio si starà un po' a Lisbona ed un po' in giro per archivi. Progetto nuovo. In realtà non così nuovo ma insomma, bello. Accoglienza dei colleghi fantastica. Il docente che ha appoggiato la mia candidatura qui ha sparso voci inquietanti sul mio conto. Volevo ammazzarlo. Per carità molto carino da parte sua ma io in questo momento avevo voglia di rinchiudermi un poco nei miei archivi ed invece neppure son arrivato e mi chiedono di partecipare a duemila progetti. Tutti belli. Non me ne fotte una mazza. Io son qui a scrivere il mio libro. Ma in fondo nemmeno quello. Son qui per viaggiare, per capire meglio. Ho una grande fortuna. Nel dissesto generale che attraversa il mondo son finito in uno dei paesi più martoriati dalla cosiddetta crisi che sta squassando il pianeta da almeno 4 anni. Ed allora mentre giro la città sotto la pioggia (la pioggia obliqua di Lisbona...) guardo, osservo, cerco di cogliere i cambiamenti. Richiamo alla memoria la città che ho conosciuto anni fa. Sono molti i piccoli dettagli che mi colpiscono, palazzi in fase di ristrutturazione mollati lì come un panino sbocconcellato che va indurendosi su un tavolo, persone anziane che la sera frugano cassonetti, tanti poveri accasciati sotto i portici. Non straccioni, non barboni. Un uomo si fa la barba vicino al ponte 25 Aprile e poi torna a sedersi su di un cartone. Eh già la crisi qui morde. Pensioni tagliate del 60% e salari giù di circa il 40%! Austerità la chiamano....ri-accumulazione primitiva, ma questo sarebbe un altro post... Stasera si giocava Benfica Spartak di Mosca. Vado in un bar. Mangio baccalà alla brace con patate e olive. Ottimo chiaramente. E fumo. Sì in questo localino alla periferia di Lisboa tutti fumano, la birra te la danno in caraffe di alluminio, piatti robusti ed abbondanti. Mi sento a casa. Guardo la partita e contagiato dalla folla mi ritrovo a tifare Benfica. Io neppure li conosco i giocatori del Benfica ma con il mio idioma che è un misto di castellano (qui non lo sopportano molto...) e pugliese discetto di moduli, e strategie...Poi Cardozo si invola in area un nerboruto russo lo stende: rigore! Ora non ricordo se il giocatore dello Spartak fosse poi così nerboruto..ma giochi nello Spartak...un po' nerboruto dovrai esserlo per forza. Forse non era neppure russo...bah, comunque è rigore su questo non c'è dubbio! Cardozo sistema il pallone sul dischetto, prende la rincorsa e tira! Traversa piena! Peso del corpo troppo indietro vorrei dire...ma non lo dico...apro bocca e ne esce una sonora bestemmia in italiano! C'è un vecchio di fianco a me che si gira e mi guarda ed io penso, ecco adesso questo sarà un cattolico portoghese e l'ho offeso. Ride. Ride come un matto. I portoghesi sono un popolo atlantico...non ridono così spesso. Oggi con la crisi ancora meno. Mi guarda e mi dice: ma che fai ti arrabbi per una squadra che non è la tua oh italiano?
Ed io un po' inebetito rispondo...no m'incazzo per l'ingiustizia. Cardozo di segnare quel gol lo meritava. Le ingiustizie sono molte in questo paese mi dice. Io vorrei dirgli che anche nel mio ve ne sono parecchie ma mi sembra inadeguato e per una volta riesco a starmi zitto. Lui parte con una filippica contro il governo e la Troika ed io a quel punto non mi sto zitto ed a mia volta mi scaglio contro il capitalismo. Ma essendo abituato ad essere in minoranza, quasi mi scuso ed aggiungo no sai è un'analisi da bar..un po' vetero marxista. Mi guarda e ride ancora più forte di prima. Apre il portafoglio e sbatte orgoglioso sul tavolo la tessera del PCP! Partito comunista del Portogallo. Per chi non lo sapesse gli ultimi dei leninisti! Sorrido anche io adesso. Mi sento davvero a casa. Ed allora si discute un po' bevendo un poco di Porto che il proprietario del bar, anche lui iscritto al partito,ci offre. Un vecchio con i baffoni, basso, pingue e calvo che continua a citare Lenin ogni 3 parole mi fissa ed aggrottando la fronte così forte che le rughe della faccia ne formano una sola che gli scava il viso longitudinalmente, mi dice: la disoccupazione qui è troppo alta..se non lavorano come si alienano? E se non si alienano quando mai la svilupperanno la coscienza di classe? Finisco il mio porto...mi rimetto a camminare sotto la pioggia...mi sento leggero, sempre meno alieno e sempre più convinto che dobbiamo spiegare. Forse sono nel posto giusto, forse nel momento giusto. Non accade spesso ma a me questa logica un po' spicciola che pure non mi convince per niente mi da speranza.  

giovedì 20 settembre 2012

Zingaro

Mesi difficili miei cari lettori...mesi di limbo iperattivo. Su e giù per l'Italia come un deficiente, senza un soldo. Mesi di incontri voracissimi ed inutili, di offerte irrinunciabili che ho sdegnosamente declinato e di fissazioni infantili che si tramutano poi in solitarie adunate dei miei demoni, mesi di sconfitte e di perdite, di soldi (pochi) gettati al vento, di affetti, di vite (per fortuna altrui...) finite nella polvere , tutto immancabilmente affogato nel vino...di andate e ritorni violenti diceva Ligabue in una canzone...
Mesi attraversati da idee vetuste; il fascismo movimento che è in movimento, a sentire i fascisti, da quasi un secolo, ma non si sa dove va...si sa bene dove mandava gli oppositori in compenso. Io intanto i suddetti fascisti turbo incazzati contro il capitalismo, il liberismo, il comunismo e forse pure l'onanismo, li intervisto. Progetto vecchio con il vestito nuovo (stasera citazioni alte...). Qualche amico nuovo che mi prospetta viaggi fisici e mentali da Creta ad insegnare all'università (forse un semestre dal prossimo settembre...) al mio maschilismo combattuto a colpi di canzoni di Madonna. Ho raccolto più di qualche consiglio sul mio look che è stato definito inadeguato alla mia età. Io continuo imperterrito a sentirmene 27 che ci posso fare? Oddio quando ne avevo 27 avevo il cipiglio marziale del soldato marxista...e quindi a parte l'abbigliamento che sempre quello è rimasto, me ne davano di più...oggi ho l'aria scanzonata del fancazzista ubriaco e me ne danno un po' di meno...nel frattempo ho raccolto un nuovo soprannome che mi si è incollato addosso come una seconda pelle: zingaro. In versioni più o meno vezzeggiative ma insomma quello. Mi piace. Ammetto che mi piace. Ho un amico che studia gli zingari da una vita. Dovrei chiedere di farmi affiliare a una qualche tribù. Che ne so se scavo bene nel mio complesso albero genealogico pieno di terroni, turchi, vandali e visigoti vuoi che non esca fuori un cazzo di Rom? O almeno un Sinti. Ma torniamo allo zingaro. Non so ma me lo sento vicino...gli indiani d'America avevano l'animale totemico perché io non posso avere lo zingaro totemico? Uno spirito, inteso anche come gradazione alcolica, che mi accompagna e mi mostra la via veloce per perdermi e rendere il mio nomadismo qualcosa di meno rituale e più strutturale. Sto anche per disfarmi della casa che avevo a Milano. Ora son qui che inscatolo libri mentre attendo che i fratelli gitani della terra lusitana si decidano ad invitarmi per un po' ad appropriarmi di un po' di denaro pubblico.
Il mio essere zingaro ne soffre. Il borghese che è in me, e che non ho ancora ucciso come suggeritomi dai nuovissimi fascisti, un po' si strugge per l'abbandono di questo nido che avrebbe dovuto servire a ben altri scopi. Ma il mio spirito zingaro mi offre vie d'uscite inaspettate. Talmente inaspettate che mi sono ancora sconosciute...eppure le sento arrivare. Si materializzano intorno a me figure strane che non mi appartengono. Affaristi ed imbroglioni che mi riconoscono, per la seconda parte, come un potenziale nuovo compagno di merende...ma non siamo uguali. Loro non mi appartengono.
Del resto come potrebbero? Sono uno zingaro dicono, quindi, non appartengo a nessuno e come potrebbe appartenermi qualcosa? Chissà, forse il mio spirito totemico contagerà un poco anche loro e potrebbero diventare meno affaristi...più imbroglioni non è possibile.
Lo zingaro poi ha alcune peculiarità che mi si addicono...oddio altre, come sposarsi a 14 anni molto meno (non tanto per l'età è il matrimonio proprio che non mi è consono..). Lo zingaro è nomade. Viaggia per necessità. Eccomi mesi senza un soldo dicevamo e ci si sposta a caccia di sopravvivenze precarie; Ha un codice di abbigliamento tutto suo. Ma alla tua età le felpe larghe col cappuccio? Sì e non me ne frega niente, mi piacciono sono comode non mi accorgo, forse, degli sguardi di voi fashion addicted...io mi vesto al mercato e compro solo cose comode. A volte mi hanno imbrigliato in costumi carnevaleschi nei quali francamente non mi riconoscevo...durata massima 1 giorno. Lo zingaro ruba. Vogliamo davvero parlarne? Siamo precari abbiamo detto...quindi poveri...oggi sappiamo che è un delitto non rubare quando si ha fame...Poi di non solo pane vive l'uomo..si sa.
Lo zingaro vive in comunità allargate ammassate nel caos...a luglio eravamo in 7 in 2 locali...un solo bagno, tutti maschi. Non è vero che donne e maschi sono uguali. Loro si lavano...e puliscono l'ambiente circostante...noi maschi abbiamo standard differenti. Ci laviamo per carità. Poi secondo me l'uomo che usa il profumo dovrebbe essere arrestato...Puliamo anche l'ambiente nel quale viviamo è che facciamo parte di una corrente di pensiero che aborrendo i vaccini crede che ciò che non t'ammazza fa anticorpi...ma soprattutto non riesco a vivere troppo tempo da solo. Ho bisogno della mia tribù dei miei amici di fianco a me. Mi riconosco nel gruppo come ogni zingaro e la tribù è più importante di tutto.
Quindi sommariamente sono molto più zingaro di quanto pensassi. Questa cosa mi diverte, forse dovrebbe turbarmi. Per un momento pensavo che sarei anche riuscito a costruirmi una realtà normale. Un lavoro, una casa, una sola donna...quelle cose li insomma. Cose che conosco bene ma alle quali mi sono disabituato. In questi mesi alcuni di voi miei cari lettori mi avevano quasi fatto ricredere e pensavo di dover tornare ad una dimensione stanziale e quindi più controllabile del mio essere. E proprio l'elemento che avrebbe dovuto essere normalizzante mi ha fatto riscoprire la mia intima natura nomade. Ora non dico che tutte queste specificità debbano forzosamente presentarsi insieme. Ad esempio un poco di soldi non sarebbero sgraditi che rubare è una fatica. Non credete a chi vi dice che i ladri non hanno voglia di lavorare...si fanno un culo così. Quasi quasi si fa meno fatica a lavorare. Massimo rispetto per i ladri...categoria che sto imparando a rispettare...quasi quanto gli zingari che, in effetti, spesso, rubano.
In attesa, dunque, che il mio spirito guida si decida a mostrarmi una via qualunque io m'incammino. Sono felice così. Lo so che sembra strano a tutti ma vivo una grande fortuna: i miei piedi sono più veloci della mia anima. Quando quella è ancora fissata su di un luogo, fisico o mentale che sia, quelli già mi hanno portato da un'altra parte. L'anima si guarda in giro un po' confusa, fa spallucce e si adatta...in fondo è un'anima da zingaro.

martedì 29 maggio 2012

sismi classisti


Il terremoto è di destra.
Eh lo so...lei la tettonica a zolle non si è mai schierata. Non si riconosce in alcuno schieramento politico. Eppure, come spesso accade, le “tragedie” non solo non sono mai solamente imprevedibili catastrofi ma, soprattutto, hanno una propria connotazione di classe. I poveri e gli operai muoiono, i ricchi ed i padroni mediamente, la scampano.
Ora assisteremo ai soliti piagnistei di Stato alla solita retorica stucchevole per giustificare un semplice dato: di fronte ai sommovimenti di madre natura, quali che siano, la differenza di classe determina le tue possibilità di sopravvivere.
Niente di più, niente di meno. La cura del territorio, i criteri di costruzione, la tempistica dei soccorsi e la capacità di predizione di uno sciame sismico...tutto questo è sfacciatamente classista. Si legge, in queste ore sperando di essere smentiti, di padroni che hanno minacciato i lavoratori che stamani di fronti ai primi sommovimenti del terreno non volevano andare a lavorare. Beh hai il contratto in scadenza a luglio ragazzo mio...fai tu! Sei precario no? Mah sì saranno due scosse di assestamento va a lavorare. Lui, però, il padrone non è morto, perché semplicemente non era là. Eh già perché i tecnici è da giorni che dicevano che nuove scosse erano facilmente prevedibili quando non addirittura ipotizzabili, per questo il padrone non c'era nella sua fabbrica pericolante. Non era a sgomberare le macerie dei terremoti dei giorni scorsi. Chiaramente dirigeva. Si chiamano dirigenti no? Loro dirigono mica faticano. Hanno studiato tanti anni, le loro famiglie ricche li hanno fatti diventare ingegneri, architetti, avvocati e quant'altro a questo scopo preciso. Dirigere, non sporcarsi le mani e rischiare il meno possibile. Per quello c'è la classe operaia, la plebe. Poi certo se le ipotizzabili scosse puntualmente si verificano a restare schiacciati sotto tonnellate di paura e calcinacci sono loro...la plebe. In fondo qualcuno di sostituibile. Eh sì perché di plebe precaria che sgombra le macerie ne trovi sempre. Dirigere, invece, quello sì che è difficile. Devi avere studiato anni per divenire così codardamente attaccato alla tua vita da capire che se la terra trema stare dentro un edificio pericolante è oltremodo pericoloso. Non che gli operai l'attaccamento alla vita non lo abbiano sviluppato ma la loro condizione è talmente disperata che la paura del piatto vuoto o della cartella esattoriale supera quella per il terremoto. E quindi, di fronte al ricatto, cedono. Ora avremo i funerali di Stato, le processioni parrocchiali, i plastici televisivi di Vespa, il cordoglio del governo le speculazioni di Grillo e quant'altro. Sono oramai abbastanza vecchio da ricordare infinite discussioni sulle inondazioni, sui terremoti sugli incendi, sulle cavallette e sull'acqua che diviene sangue...I letti dei nostri fiumi sono ancora in uno stato pietoso...ma in fondo vicino agli argini ci vivono i poveri, quando la terra trema sono le case popolari le prime a sbriciolarsi come dei biscotti secchi e, soprattutto, a fronte di qualsiasi disastro annunciato accada sono operai, pompiere ragazzi dell'esercito, altro serbatoio di riserva della disperazione e della disoccupazione cronica, a dover accorrere. In qualunque situazione. Di solito ne muoiono un certo numero. Eroi, lasciamo che la propaganda imbastita dai colpevoli li chiami eroi. Lo sono. Ma sono soprattutto sfruttati. Plebe sostituibile. Forse suonerà particolarmente scorretto, a me il politicamente corretto mi fa vomitare, ma mi piacerebbe che a spalare le macerie ci andassero questa volta i dirigenti. Cioè i colpevoli. Chi questo disastro, così come quelli precedenti, non ha voluto prevederlo, gestirlo e, parzialmente, evitarlo. Tutti coloro i quali sono materialmente e moralmente responsabili di questa strage. Non mi risulta solo insopportabile...no no. Mi fa proprio incazzare. I terremoti non sono di destra, la gestione del territorio è, invece, una questione squisitamente politica e quindi sociale. La morte non è una tragedia fa parte dell'esistenza umana. Il modo in cui si muore molto spesso è socialmente connotato ed oggi come ieri, muoiono i poveri. Sarà poi la finta carità cristiana così fortemente radicata nella nostra cultura a fare il resto. Sarà qualche Vescovo a benedire quelle bare. Per carità ognuno crede in ciò che vuole non è il funerale religioso a darmi problemi in sé. La ritualità che questo rappresenta in queste occasioni mi turba molto invece. Perchè rafforza l'idea della tragedia inevitabile.
Come se l'acqua che esce da quegli aspersori potesse cancellare di colpo la paura, il ricatto la brutalità e la violenza della povertà che ti obbliga a rischiare la vita ed a volte a morire letteralmente per un tozzo di pane.

venerdì 25 maggio 2012

Notturno numero 1


Non ci ho mai provato a spiegare la mia insonnia. Ne soffro da anni eppure non l'ho mai capita.
Io, poi, non sono nemmeno un insonne puro. Dormo, a volte, la mattina. Mettiamola così, spesso trovo difficile dormire la notte. Anche quando mi sento stanco..niente. Mi infilo nel letto e niente.
Dopo un poco di tempo mi rompo di stare a letto a fare nulla, mi alzo, mi metto a leggere, a scrivere, fumo. Sì chiaramente fumo, come sempre. A volte, nelle notti più lunghe, esco. Cammino da solo per la città in cui in quel momento sto vivendo. Ecco forse, anche cambiare città, letto così spesso non aiuta la mia insonnia. Non lo so. Non ricordo chi ha detto che gli insonni avrebbero bisogno di regole ferree, di abitudini ricorrenti...ah beh allora stiamo a posto. Secondo l'agenda di fronte a me dovrei cambiare, sempre che qui la crisi economica non mandi tutto a rotoli, altre 4 città nei prossimi 6 mesi, in 3 paesi e due continenti diversi!
Molto spesso, poi, visto che tutti questi spostamenti sono complessi e richiedono quantitativi di denaro che non posseggo, subaffitto stanze, posti letto, postriboli vari... Ieri notte approfittando della solitudine assoluta di una strana casa-caverna nella quale vivrò per qualche settimana, mi sono messo a cucinare. Uno spezzatino al sugo...alloro e peperoncino. Va cotto lentamente per almeno 2 ore...perfetto. Mentre il sugo bolliva mi sono messo a rileggere un articolo scientifico di una noia mortale...niente. Alle 6 del mattino lo spezzatino era pronto io avevo riletto la suddetta sfilza di amenità senza senso e sono andato a fare colazione. Solo una volta tornato sono riuscito a dormire qualche ora. Non c'è niente da fare, forse la mia non è neppure difficoltà a dormire...sto cominciando a pensare che sia passione smodata per la notte. Mi piace l'idea che voi stiate in uno stato di semi incoscienza ed io no. Non lo so..forse ego smisurato. Forse fuga dalle relazioni sociali imposte. Ho scritto una piccola riflessione qualche tempo fa è che è divenuta, nello scriverla, troppo personale persino per questo blog, in cui dicevo che il giorno è una fidanzata che ti chiede certezze la notte un'amante che al mattino ti dimentica. Forse in questa fase della mia vita in cui qualunque impegno sentimentale mi risulta impensabile, amo la notte anche di più. Oddio l'ho sempre amata anche prima di approdare alla conclusione che non voglio legami sentimentali troppo stretti...
La notte perché il giorno dopo tutto è finito...è diverso...perché il giorno ha bisogno di spiegazioni mentre la notte comprende la profonda irrazionalità dell'uomo...delle sue scelte dettate dal momento. Il giorno necessita spiegazioni e razionalizzazioni. Il giorno vuole un piano. Di giorno la luce rende i contorni visibili e quindi ti spinge a definire in modo netto cosa sei...cosa vuoi...di notte tutto questo non esiste. Di notte esiste un altro me. Di notte esistono persone che la mattina dopo non riesco a ricordare. Di notte i profumi ed i sapori sono diversi...nessuno mi disturba in nessun modo...vivo, scrivo, amo diversamente..così diversamente che di giorno i ricordi delle notti mi divengono dolorosi e fastidiosi. É il me notturno che ha detto e fatto quelle cose...cercatelo domani dopo mezzanotte..prima non c'è..prima riposa, prima si annoia...e quindi non lo troverete..non venite a chiedermi spiegazioni su quello che fa e pensa o dice il me notturno...io non lo conosco...è li da sempre e spero non se ne vada mai ma non siamo esattamente la stessa persona. Non sono schizofrenico per carità...mi sono fatto massacrare il cervello abbastanza per sapere che sono relativamente sano. No non è quello. Anzi è una questione di rispetto e di profondo egoismo che di notte si prende cura di me. Di giorno mi occupo di tutti...qualunque problema: eccomi ci sono. Di notte no, di notte penso solo a me e, di conseguenza mi diverto. Forse è per questo che scrivo di notte...perché non ho freni perché tutto mi appare chiaro e semplice perché nelle sfumature della notte tutto si fa comprensibile...spiegabile in qualche modo. Non semplice, quello no ma in qualche modo sensato. Di notte ho fatto le cose più belle della mia vita....di notte i più grandi errori. Ok nel momento in cui li compievo mi sembravano, quasi sempre grandi cose anche quelli.
Ed allora forse, amando la notte non posso non amare anche la mia insonnia. In fondo senza di lei crollerei dal sonno e me ne andrei a dormire..a sognare. Non ho un brutto rapporto con i miei sogni. Oddio a volte ne faccio di ricorrenti ed anche di orribili. Veri e propri incubi a puntate...ma non sono mai riuscito a dargli un'importanza capitale. Forse il motivo risiede nel fatto che la psicanalisi insieme con la scienza politica le reputo tra le maggiori disgrazie del pensiero del novecento. Ecco allora hai sognato questo vuol dire che il tuo inconscio vuole dirti quello. Allora punto uno se è inconscio cioè incosciente come fa a volermi parlare? E se con incosciente intendiamo scellerato ha perso su tutta la linea...vince il me sveglio 3-0 a tavolino! Punto due qui si fa fatica a comprendere le persone che ti stanno di fronte e ti parlano figurati se adesso devo mettermi a interpretare il non detto...per carità lo devo già fare con i documenti se mi metto a farlo sui sogni è la fine. Ma un sogno è una fonte? Ok no lasciamo stare. Ah per la cronaca faccio anche sogni bellissimi a volte.
In generale però l'idea del sogno non mi fa impazzire. Non so preferisco le cose reali e solide. I have a dream? Ecco va tu sogna..io sarei stato con le Balck Phanters. Qui ed ora. Il sogno l'utopia l'idealismo no. Ecco forse la notte scarico un poco di cinismo materialista e mi diverto. Se poi almeno questo maledetto materialismo mi avesse convinto fino in fondo. Troppe contraddizioni alla luce sotto il cielo. Ma solo se il cielo è chiaro, i cieli notturni ed insonni hanno sfumature e si può anche essere realisticamente romantici...poi mi ricordo che a  me il romanitcismo mi fa schifo...mi accendo un'altra sigaretta, finisco questa notte mentre già sento la mancanza della prossima...

mercoledì 23 maggio 2012

scontri di civiltà

...in queste ore siamo di fronte alla costruzione di un colpevole questo mi diceva questa sera un amico di cui da smepre apprezzo l'intelligenza. Non è una cosa facile costruire un colpevole..unico e solo...è possibile che l'attentato di Brindisi sia stato davvero compiuto da un solo uomo...io continuo ad avere dei dubbi e, quindi, nonostante tutto pubblico questa piccola riflessione scritta poche ore dopo l'esplosione di quella bomba....


Vorrei saper fare altro... invece so scrivere, so raccontare. Ma non basta. Ci diremo, ci convinceremo ancora una volta della forza della cultura contro la barbarie. Ma avremo, ancora una volta, torto. Semplicemente ci stiamo sbagliando. Scrivo, lo so, sull'onda di un'emozione, una rabbia ancestrale ed antica per lo stupro ripetuto della mia terra. Vorrei poter dire che sono abbastanza civilizzato e sensibile da provare lo stesso tipo di profondo disgusto che provo in queste ore per qualunque ingiustizia ed atrocità perpetrata in ogni angolo del pianeta contro chiunque. Se lo dicessi mentirei. Troppo mi appartengono quei paesaggi, quei visi, quegli accenti per negare che sento questa strage come molto vicina...troppo vicina. Io non so chi ha preparato, posizionato e fatto esplodere quella bomba davanti a quella scuola. Non ho intenzione di avventurarmi in un mestiere che non è il mio. Ma ogni fibra del mio corpo grida: mafia! Ho già scritto di mafia, ho passato ore a cercare di spiegare ad amici stranieri che cos'è...e nello spiegarlo a loro cercavo di capirlo meglio anche io. Oggi non lo so dire. Oggi bastano quelle immagini, quel dolore che sovrasta e che immediatamente spiega. Non mi aiuta. Saperlo non mi aiuta, non mi basta. Non m'interessa che cosa verrà scoperto. Davvero. A meno che non si appuri che siamo di fronte al gesto isolato di un pazzo (cosa che forse sarebbe ancor più spaventosa...) o, altrimenti, altre spiegazioni mi paiono difficilmente credibili. Un'organizzazione terroristica? E perché mai? E perché lì? I servizi segreti, più o meno deviati? Ma per carità e per contrastare cosa ed in nome di che? La famosa loggia massonica brindisina? Non è necessario essere del sud, ma aiuta, per capire...per sentire quel terrore che ti si insinua sotto la pelle, per avvertire quel groppo in gola che ti rende la parola impronunciabile: Sacra Corona Unita, o più semplicemente , La Sacra. Per anni ci siamo cullati nell'idea che la “nostra” organizzazione criminale fosse diversa. Qui non è Palermo. Certo fanno affari sporchi, ma si limitano a rubare, a sfruttare, non uccidono.
Non abbiamo capito che la cultura non basta. Non dico che non serva, dico che da sola non basta. È necessaria ma niente affatto sufficiente. Non lo è perché anche quella mafiosa è una cultura, una cultura che ha regole differenti, altri codici altri riferimenti. Non chiamatela sotto cultura non chiamatela semplicemente barbarie. La mafia è cultura della sopraffazione e della violenza, certo, ma anche del posto di lavoro pubblico donato come un favore, della pensione d'invalidità, della lotta quotidiana contro lo stato che non ti protegge. La mafia lo fa. Ti protegge e ti cura. Certo ti chiede il sangue per questo ma in fondo quale comunità non chiede il sangue? La mafia in alcune aree del Sud Italia s'incarica di pagare le cartelle di Equitalia a famiglie povere. Non è l'anti-Stato....ne è un succedaneo, un vampiro ed allo stesso tempo una stampella. È una stampella dello stato, o meglio è una delle gambe dello Stato quando si vanno a raccogliere i voti così come si raccolgono i pomodori nei campi...con la stessa logica dello sfruttamento.
Quello a cui siamo di fronte, e per una volta cito Huntington, è un vero scontro di civiltà. Con numeri da guerra civile. E le guerre non si vincono solo e solamente con la cultura. Vorrei fosse così, se così fosse io sarei meno inutile. Ma le guerre, soprattutto le guerre civili, le vincono solo due attori: gli eserciti o i popoli. Gli eserciti sono l'espressione di uno Stato, almeno da un paio di secoli anche se ora la cosa sta cambiando, e quindi, dovremmo partire dal presupposto che ci troviamo di fronte a due attori che si contrappongono. Non è così. Lo Stato, in quelle terre, è mafioso. Le elezioni democratiche, i posti pubblici il posto letto in ospedale, persino il loculo al campo santo...tutto è gestito dalla mafia che è talmente innervata all'interno delle strutture dello Stato che la differenza non la vedi nemmeno più...fino a quando quella differenza esplode sventrando una ragazza di 16 anni. Ed allora lo Stato, quello Stato che la mafia l'ha curata ed accudita chiama i cittadini a reagire contro..un pezzo di se stesso. Ora pensare che questo scontro abbia un qualche tipo di uscita possibile mi pare francamente troppo ingenuo.
Ma le guerre civili, dicevo, le possono vincere anche i popoli. L'uscita dalla logica mafiosa non è solo quella culturale..no è quella rivoluzionaria di popolo. Dovremmo avere il coraggio di ricominciare a dirlo. Se la mafia è un fenomeno parassitario ontologicamente e indissolubilmente legato allo stato l'unica uscita è quella rivoluzionaria. E giusto per essere chiari non una rivolta pacifica e culturale...no. Quella non basta. Chi ha messo quella bomba, chi esercita lo sfruttamento economico ed il controllo sociale e politico di metà del paese da decine di anni la battaglia culturale non la teme...ha la sua cultura da contrapporre alla nostra ed è, in questo, sostenuto da una parte preponderante delle istituzioni. No la battaglia culturale, la rivoluzione, la faremo dopo...serviranno anni e generazioni per sconfiggerla quella cultura. Oggi dovremmo attrezzarci per vincere la guerra.

domenica 13 maggio 2012

La lettera scarlatta 



Hanno sparato. Hanno gambizzato. La gambizzazione non è solo ferita del corpo. La gambizzazione è un simbolo, uno stigma, un marchio a fuoco. Una lettera scarlatta che segna a vita chi la subisce. Una specie di rituale che non soltanto punisce ma ti indica per sempre come passibile di altre punizioni. La gambizzazione ti rende un capro espiatorio. Nel corso degli anni di piombo, il decennio 1974-1987, le Br hanno utilizzato questa tecnica tante, troppe volte. In questo, così come in altre cose, emulate da altri gruppi dell'estremismo armato di sinistra. Questo è avvenuto ed avveniva, spesso, anche grazie al supporto sociale, numericamente esiguo ma non inesistente, che quel gruppo aveva costruito intorno a sé. Sparare non è facile. Nemmeno per i professionisti. Si guardi alle percentuali di tiro che un soldato scelto totalizza al poligono e quelle che lo stesso è in grado di realizzare in guerra. Sparare, nemmeno quando sei addestrato a farlo, nemmeno quando un'istituzione totale come l'esercito ti aiuta a spersonalizzare il nemico, non è facile. Allora la domanda che oggi dobbiamo porci noi, non gli inquirenti che sono ovviamente pressati da altre preoccupazioni, è sempre la solita: perché? Chiunque abbia sparato qualunque possa essere la sua matrice politica. Sento parlare confusamente di anarchici ma sarà per il brutto sapore che ci hanno lasciato in bocca i crimini degli anni di piombo ogni volta che s'incolpa un anarchico a me sorgono atroci dubbi. Potrebbero essere cellule impazzite dell'estremismo di sinistra? Sì perché no. Qualche giorno fa un singolo imprenditore della bergamsca ha tenuto in ostaggio un impiegato dell'ufficio delle entrate per ore. Siamo di fronte ad un'ondata di suicidi causati dalla disperazione sociale di un intero paese che sta perdendo drammaticamente la fiducia nella mediazione della politica. Anzi che vede la politica come uno dei mali e non come uno dei rimedi. Le tante sentenze sulle stragi, il berlusconismo con la sua tracotanza personalista e con i suoi attacchi contro la magistratura sicuramente non hanno aiutato. Lo Stato, non necessariamente quello democratico, ha bisogno di fede. Se non ci credi, se non pensi intimamente che quelle realtà istituzionali siano, anche solo in ultima istanza, una opportunità, allora lo spazio che ti separa dal pensarle come un nemico è davvero molto breve. Quando questo spazio è un angusto dramma personale ci si suicida o si tentano azioni spettacolari e spettacolarizzanti. Quando si trova un qualche genere di collante ecco che la forma cambia. La sostanza a volte non molto. Perché la somma di contraddizioni diventi strategia politica ci vuole l'ideologia e non lo spettacolo. Ecco negli ultimi decenni abbiamo pervicacemente distrutto l'ideologia a vantaggio dello spettacolo. Il risultato oltre ad essere desolante potrebbe divenire estremamente violento. Già perché l'ideologia, anche quando assume forme fanatiche, ha un quadro di riferimento entro il quale si può operare. La somma di disperazioni spettacolarizzanti no. Il terrorismo è da sempre una forma di comunicazione che si affida alla capacità di sviluppare emozioni. Smuovere le coscienze anche con gesti estremi. Ma dove sta l'estremo? Dov'è il margine del campo? Questo lo stabiliscono le condizioni strutturali. Ed allora qual è il margine strutturale che è stato varcato gambizzando un dirigente Ansaldo? Anni fa, di fronte alle gambizzazioni, le Br raccoglievano molte critiche ma pure qualche sostegno. Espresso a mezza bocca...ci si dava di gomito in catena di montaggio. Si pensava che quella fosse la legittima restituzione della violenza subita. Fortunatamente era questa l'opinione di pochi. Ora se oggi qualcuno gambizza un altro essere umano o è completamente schiavo del meccanismo della spettacolarizzazione o ha un qualche esiguo rimasuglio di base sociale. Non so davvero cosa sia più preoccupante. Entrambe queste situazioni si dipanerebbero, infatti, fuori da qualunque reale contesto ideologico. Non tattico sia chiaro. Ma la tattica militare necessita di un'organizzazione. Il dott. Adinolfi è stato seguito per giorni. È stata fatta quella che in altri tempi si chiamava l'inchiesta. Questo può far pensare con terrore, questa volta sì, ad una struttura. E le strutture sono esseri viventi. Hanno bisogno di terreno fertile dove mettere radici, di acqua in cui nuotare, di cibo e di aria. Se tra le pieghe di questa drammatica crisi economica e sociale si stesse annidando qualcosa che pensavamo di aver sconfitto la colpa sarebbe, in parte, anche nostra. Non per non aver vigilato ma per aver rese possibili siffatte condizioni. Non è una giustificazione verso chi a compiuto un atto vigliacco ma un augurio a che non le si chiami nuovamente “sedicenti”, a che non si indichi in un anarchico qualunque il colpevole. Di fronte alle organizzazioni si reagisce organizzati. Oggi, la società e lo stato italiano mi paiono ben poco organizzati. E questo mi terrorizza.

mercoledì 21 marzo 2012

sono un ragazzo fortunato

eh sì...ho culo! Diciamocelo una volta per tutte! Anni fa presentai il mio progetto di ricerca per il mio dottorato: le Br. Avevo deciso che dovevo studiare meglio quel fenomeno e farlo da un punto di vista nuovo e diverso...chissà se ci sono riuscito...Nei giorni in cui attendevo il responso della commissione che esaminava il progetto suddetto vennero arrestati a Milano, la città tra l'altro nella quale vivevo, un certo numero di persone per ricostituzione delle Br! Una panzana pensai...in parte lo penso ancora ma insomma, i messaggi e le telefonate di amici che mi presero abbondantemente per il culo per il mio tempismo non mancarono...accettarono quel progetto...ho scritto e difeso il mio dottorato da quasi 7 mesi..e da altrettanti sono disoccupato! Oddio ho vari lavori tutti precari e mal pagati per carità..però vivo...c'è la crisi. E pensare che la crisi è stato il concetto centrale del mio lavoro sulle Br ed anche del progetto che sto cercando, vanamente per ora, di farmi finanziare adesso: l'estrema destra neofascista il suo risorgere in termini sovranazionali come fenomeno legato alle crisi economiche e sociali. A me non pare nulla di nuovo ma pare che ad alcuni parrucconi dell'accademia questa cosa sconvolga....
Ecco ora, proprio ora, mentre attendo valutazioni incrociate di esimi studiosi c'è un pazzo a Tolosa che entra in una scuola ebraica e comincia a sparare..uccide dei bambini e riprende il tutto con la sua videocamera on go. On go è il modello che si usa nell'esercito. Li ha uccisi per una sola ragione apparente: erano ebrei. Nulla di nuovo...per carità io faccio finta di fare lo storico. È giusto qualche secolo che gli ebrei vengono ammazzati, più o meno scientificamente, in quanto ebrei.
Io, però, sono un ragazzo fortunato..non sono neppure ebreo...non sono rom, non sono omosessuale, non sono di colore...ok sono comunista..almeno una stella me la prenderei anche io. Ma è quella con meno valore. Lo scegli di aderire o meno ad una certa ideologia...la nascita l'orientamento sessuale...bah mica te li scegli...oddio sull'orientamento sessuale il dibattito è enorme e non ci entrerò né ora né mai...a me piace ricordare la definizione di omosessualità che mi suggerì anni fa un caro amico: a te piace il cioccolato al latte? Mi chiese. Ed io: no francamente non lo sopporto: e lui: bene! Io lo adoro. Mica lo scegli se una cosa ti piace oppure no.
Figuriamoci se scegli di nascere ebreo. Oddio anche qui grande dibattito: ma se nasci da mamma ebrea e tu non ti riconosci in quella cultura in quella fede ecc..sei ebreo? Bah secondo me no ma pare che per i nazisti, vecchi e nuovi, la scelta personale non facesse e non faccia molta differenza. Oddio non la fa neppure per gli estremisti religiosi ebrei. In quanto eletto ci sei nato e son cazzi tuoi ti piaccia o no fai parte del popolo più amato da dio...pensa gli fossero stati un poco antipatici...
In ogni caso...che culo...i neonazisti che tornano a sparare in Italia ed in Francia proprio mentre io presento una cosa del genere... Antisemitismo..di natura cattolica fascista nazista, musulmana..ma quanti antisemitismi ci sono? Tanti. Troppi. Oddio ne basterebbe anche uno solo. Ed essere antisionista allora? Io amo troppo quei luoghi e persino i popoli che li abitano per definirmi in qualunque modo. Se mi piace cosa i governi Israeliani hanno fatto e fanno ai palestinesi? No anzi. Ma non mi piace neppure Hamas...sono ateo davvero e non ho mai capito perché da ateo dovrei essere contro il Vaticano ma a favore di un qualsiasi Imam...la religione, qualsiasi religione è l'oppio dei popoli. Marx mica si è fermato a dire quella cristiana fa schifo ma ha fatto differenze sulle altre. Fanno male alla salute le religioni...tutte. Ho molti amici israeliani alcuni di loro sul proprio governo hanno posizioni anche più radicali delle mie. Altri invece no. Ci discuto, a volte mi ci incazzo. Ma poi mi torna in mente una frase di una mia cara amico non israeliana ma ebrea lei sì e convintamente...che una volta alla mia opposizione alla dottrina dei 2 popoli 2 stati mi disse: vedi i palestinesi fanno 3 volte il numero dei figli che mediamente fa una coppia israeliana..in uno stato singolo saremo minoranza in meno di 2 generazioni ed ogni volta che siamo stati minoranza da qualche parte non è finita benissimo.
A quel punto mi sono posto seriamente il problema...ed ho trovato un qualche tipo di soluzione...un po' estrema forse ma del resto...Ok partiamo dall'inizio: la donatio Costantini. Lorenzo Valla dimostra che è falsa nel 15 secolo. Ma non è che lo Stato della Chiesa dice...ah ok scusate la base giuridica del nostro potere temporale è falsa quindi noi vi si ridà indietro al terra..sì col cazzo!
Allora questa idea che la terra Promessa (ma poi ogni promessa è debito? Per forza? No perché io prometto un sacco di cose che so che non manterrò mai...) debba essere proprio lì è una costruzione sociale sedimentata da tradizione storica e provata da sacre scritture. Allora le scritture saranno pure sacre ma qualcuno le ha trovate, tramandate, tradotte, interpretate....e se dall'alto arrivasse l'errata corrige? Mi spiego se costruissimo un documento falso...fatto con una certa decenza che dimostri inequivocabilmente che la terra promessa è tra Scilla e Cariddi? Lo firmiamo...o lo lasciamo anonimo è uguale...volete mettere. Lasciamo la striscia di deserto arido e incolto ai palestinesi e trasferiamo qualche milione di israeliani on tanto di premi nobel, conoscenza ed infrastrutture in Sicilia e Calabria. Nel giro di 3 anni la Sicilia avrebbe un PIL 5 volte quello della Lombardia...la mafia verrebbe sconfitta dal Mossad in 3 settimane...partirebbero i viaggi della speranza da Milano a Palermo per farsi curare, l'università di Cosenza sarebbe4 nel ranking mondiale...e potrei andare avanti...nel frattempo ci sono ancora gli antisemiti, quelli che odiano i rom quelli che non sopportano i musulmani quelli che ucciderebbero i cristiani...in quest'epoca di pazzi ci mancavano gli idioti dell'orrore diceva il maestro...ah dimenticavo..io vorrei abolire i non fumatori e rieducare i vegetariani a colpi di braciole di cavallo...possiamo organizzarci?